200 metri inseguendo il mito di Mennea

11 Settembre 2018

Mercoledì 12 settembre torna il Mennea Day. Ripercorriamo le gare del 2018 nel confronto con le storiche imprese dell'olimpionico azzurro: dai 100 di Tortu (9.99) al record europeo sfiorato da Guliyev (19.76 nei 200).

di Giorgio Cimbrico

Pietro Mennea sta per assistere alla sesta edizione del giorno dedicato al suo ricordo, alla sua memoria, lietamente contrariato: è stato sottoposto a una serie di attacchi, ha constatato che il tempo erode anche i monumenti grandiosi, ha perso qualche posizione, ha preso atto di una nuova generazione di velocisti azzurri, frutto di un’Italia diversa dalla sua, ha resistito, per poco, su quello che, pomposamente, viene definito trono europeo. Nel suo giorno, un anno da sfogliare al suo fianco. Fosse davvero a sfogliare queste date, ad analizzare, a discutere, magari anche a polemizzare, saremmo più felici.

16 marzo: ai 1600 metri di altitudine di Pretoria, il sudafricano Clarence Munyai corre in 19.69 e Pietro esce dal club esclusivo dei primi dieci a cui ha appartenuto per 38 anni e mezzo. Per oltre sedici da capolista.

VIDEO | CLARENCE MUNYAI 19.69 SUI 200 A PRETORIA

23 maggio: a Savona, su un rettilineo che si sta costruendo una solida fama, Filippo Tortu e Marcell Jacobs danno vita al più acceso e fruttuoso testa a testa nella storia della velocità italiana: Pippo 10.03, a due centesimi dal 10.01 messicano di Pietro, Marcell 10.08.

VIDEO | SAVONA: FILIPPO TORTU 10.03 (+0.7) E MARCELL JACOBS 10.08 NEI 100

26 maggio: sullo speedway di Eugene, Noah Lyles, muscoli elastici e atteggiamenti da rapper, chiude in 19.69 e ribadisce l’allontanamento di Pietro dal circolo dei magnifici dieci. È solo l’inizio per il 21enne di Gainesville, Florida: in ordine cronologico, 19.69 a Losanna, 19.65 a Montecarlo, eguagliando Wallace Spearmon all’ottavo posto di sempre, 19.67 a Zurigo, a un centesimo dal record della pista del Letzigrund, in mano a Usain Bolt.

VIDEO | NOAH LYLES 19.69 SUI 200 DI EUGENE

22 giugno: a Madrid, sul far di una sera calda e senza vento compiacente, Pippo Tortu cede di una settantina di centimetri a Su Bingtian: per il piccolo cinese, che allo sparo va via come un razzo, è record asiatico eguagliato in 9.91; per il ventenne sardo brianzolo, 9.99, è la prima discesa personale - e di un azzurro - sotto la barriera dei 10 secondi, il 134° in una storia iniziata mezzo secolo fa con il 9.95 olimpico e messicano di Jim Hines. Il record italiano cade dopo 38 anni e (quasi) 9 mesi. A Città del Messico Pietro corse i 100 prima che le Universiadi prendessero il via, per saggiare sino in fondo i vantaggi dell’aria rarefatta dei 2248 metri di quota e quel 10.01, per quasi cinque anni, sino al 10.00 di Marian Woronin, fu record europeo. Raccontano anche di un 80 volato in 7.82, di un sorriso che illuminò quel volto spesso attraversato dal dubbio, di una sicurezza che stava prendendo il sopravvento: l’avventura sull’altopiano iniziava a dare i suoi frutti, anche sul breve, sul terreno cui l’uomo di Barletta non aveva mai concesso tutti i fremiti del suo impegno. Conosceva di sé la fragilità nervosa al momento dello sparo e l’irrompere di una violenza adrenalinica che aveva bisogno della curva per scatenare l’ondata: l’ultimo tratto dei 200 di Mosca, la rimonta impossibile su Allan Wells ne sono i segni, le testimonianze, le prove. Un anno prima, sulla collina praghese di Strahov, in un agosto dalle temperature autunnali, aveva voluto l’accoppiata piegando in 10.27 Eugen Ray, “carro armato” della Ddr, e demolendo poi, con quattro decimi abbondanti di scarto (20.16 a 20.61), un altro tedesco orientale, Olaf Prenzler. Era un saldare i conti con il passato: nel ’74 a Roma, Valery Borzov aveva trovato ancora sufficiente autorità per un ultimo rettilineo vincente.

VIDEO | FILIPPO TORTU 9.99 RECORD ITALIANO NEI 100 A MADRID

9 agosto: sulla pista dell’Olympiastadion di Berlino, quella dello stordente 19.19 di Bolt, Ramil Guliyev, azero “illustrato” passato alla Turchia, porta la più grave minaccia al 19.72 del 12 settembre 1979: 19.76, scavalcando Christophe Lemaitre, 19,80, e fornendo il miglior euro-tempo a livello del mare. Sesto, nella finale di più alto livello corsa in un campionato europeo, è il 24enne Fausto Desalu che con 20.13 scavalca a sua volta un nome e una prestazione importanti, Andrew Howe 20.28, e si trasforma nel secondo italiano di sempre, alle spalle di Pietro il Grande.

VIDEO | 200 METRI: RAMIL GULIYEV 19.76 AGLI EUROPEI DI BERLINO

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