Europei indoor, Tamberi è d’argento

07 Marzo 2021

Gimbo supera quota 2,35 ma è battuto dal bielorusso Maksim Nedasekau (2,37) al termine di un confronto epico a Torun: “Finale europea che vale quanto una finale olimpica. Si impara sempre”

Una gara incredibile, tra due atleti straordinari. Uno spot per l'atletica, agli Europei indoor nell'alto. Ma purtroppo, senza lieto fine per Gianmarco Tamberi. O meglio, con un lieto fine a metà. L'azzurro è secondo a Torun, medaglia d'argento, malgrado i 2,35 superati in maniera limpida, perché Maksim Nedasekau, in un crescendo di emozioni, piazza la stoccata vincente all'ultima prova a disposizione, superando i 2,37 che gli garantiscono l'oro. Una vera e propria altalena in testa, con Tamberi che guida fino a 2,31, e il bielorusso che si accende solo oltre quella quota, dopo aver faticato anche su quelle più basse. La gara sembra un racconto, tanto è viva e ricca di dettagli che contribuiscono a fare la storia.

Gimbo è presente fin dal via. Chiama la "curva" degli azzurri (con Marcell Jacobs in prima fila) prima di ogni salto, si fa incitare, e trascina al battimani anche gli altri componenti delle squadre, gli unici, come noto, ammessi all'interno dell'impianto. Il marchigiano sceglie di entrare in gara dopo tutti gli altri, a quota 2,23, e comincia alla grande. Percorso netto da 2,23 a 2,29, mentre il bielorusso Nedasekau commette errori a 2,23 e 2,29. A 2,31 restano a battagliare per l'oro solo loro due (con il belga Thomas Carmoy bronzo, 2,26). Come da copione, il bielorusso supera la quota al primo tentativo, e ribalta la classifica, portandosi al comando. Gimbo risponde subito, 2,31 pure per lui e va di nuovo in testa. Ma Nedasekau è trasformato: dimenticati i balbettii sulle quote più basse, supera 2,33 alla prima prova, e va ancora in vantaggio. Tamberi sbaglia, ma decide di non passare alla quota successiva, e di provare ancora i 2,33. Scelta azzeccata: il secondo tentativo è perfetto. La classifica ora vede l'azzurro al secondo posto, ma a 2,35 avrà a disposizione tre salti. Al primo appello Nedasekau sbaglia abbastanza nettamente, Gimbo fa cadere l'asticella, ma davvero di un niente. Seconda prova, batticuore alle stelle. Il bielorusso sbaglia ancora. Gimbo è superlativo. Il 2,35 è colorato d'arcobaleno e fa esplodere la "torcida" azzurra.

L'esultanza è prorompente, salti mortali in successione e applausi alla curva. Ma non è finita. Nedasekau sceglie di spendere l'ultimo tentativo rimasto a 2,37. E ancora una volta, ce la fa. L'oro è al collo. Tamberi prova ancora i 2,37, ma non è questo il suo giorno. Chissà, volendo guardare oltre, la sconfitta - diciamo la mezza vittoria - lascerà in Tamberi quella voglia di rivalsa che, nella stagione olimpica, potrebbe risultare un additivo decisivo.

“È stata una finale europea - commenta Gianmarco Tamberi - che vale quanto una finale olimpica. Se alle Olimpiadi arriverò secondo non uscirò soddisfatto, come non lo sono qui, e rimane un po’ l’amaro perché avrei voluto una medaglia diversa al collo. Ma è difficile avere rimpianti quando si salta 2,35 che è una misura con cui di solito si porta a casa tutto, non oggi. Però sono quasi più contento di essermi messo alla prova in una gara così difficile, con un avversario che ha saltato così in alto, piuttosto che in una finale come quella di due anni fa quando ho vinto con 2,32”.

C’è un lato positivo da guardare, riflette Gimbo: “Avevo bisogno di confrontarmi di nuovo ad altissimi livelli, perché erano anni che non lo facevo. Bene così, male che l’ho persa, ma si impara sempre. Se devo capire dove migliorare, mi sento ancora un po’ spaesato a queste misure perché è da tempo che non le vedo più, quindi ogni tanto faccio una rincorsa diversa dall’altra. Ma ho fatto buoni salti con l’asticella alta. Nelle ultime tre gare ho chiuso con 2,34 e due volte 2,35, è un bell’andare”.

E sul vincitore della gara: “Nedasekau è un grandissimo combattente, è uno che ha già fatto risultati da giovanissimo vincendo gli Europei under 20 con 2,33 che è una misura stratosferica a quell’età. Ha un salto semplice, non costruito, e mi rivedo un po’ nelle sue caratteristiche perché nell’appuntamento importante riesce a tirare fuori il coniglio dal cilindro, anche un po’ più di me. Complimenti a lui”.


Gianmarco Tamberi (foto Colombo/FIDAL)


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