MONDIALI OSAKA: REINA SESTA IN 51.99 [VIDEO]



Ad Osaka sono le 21.18 quando le luci si accendono sull’anello rosso del Nagai Stadium. Ci si gioca la finale dei 400 m femminili e l’aria che si respira, tra l’immancabile afa dell’estate giapponese e la tensione del pre-gara, è assolutamente caldissima. Per qualcuna essere arrivata qui è già un grande traguardo, ma il Mondiale continua e la pista deve per forza emettere i suoi prossimi verdetti.

Se ne sta in ottava corsia Daniela Reina. I suoi occhi raccontano di una profonda concentrazione che non nasconde, però, un filo di tensione sul suo volto. Deve pensare solo alla sua gara adesso. E a correre. Si sistema i capelli più lunghi rispetto ad un anno fa e raccolti in una coda che lascia intravedere il tatuaggio di un soleluna sul collo. Ci siamo. E’ il momento di andare sui blocchi. Accanto a lei, in settima corsia c’è la campionessa europea indoor della specialità, la britannica bianca Nicola Sanders. Sarebbe un bel treno da inseguire per Daniela, ma la camerte delle Fiamme Azzurre sa perfettamente che le è concesso sognare fino ad un certo punto. Il suo obiettivo dichiarato fin dalla vigilia della rassegna iridata è, infatti, quello di abbattere il muro dei 52 secondi, arrivando il più vicino possibile ai 51.18 del suo record italiano. Ma ecco finalmente lo sparo del via. Metro dopo metro il traguardo diventa sempre più vicino. Mentre le altre se ne vanno, la Reina all’uscita dell’ultima curva è settima davanti all’atleta della Guyana Aliann Pompey, ma gli ultimi cento metri le bastano per andare a prendere anche l’ungherese Barbara Petràhn e chiudere al sesto posto. A vincere è proprio la Sanders che porta così a 49.77 il suo personal-best. Uno sguardo al crono, 51.99, e un sorriso che poteva, forse, essere ancora più luminoso. “Sono abbastanza soddisfatta di questo risultato – dichiara a fine gara – ho fatto la mia gara anche se, pur non avendo smaltito tutta la fatica della batteria, sinceramente speravo in un tempo migliore con cui poter mettere al sicuro fin d’ora il minimo di partecipazione (51.55) per le prossime Olimpiadi.” Per l’allieva di Sergio Biagetti si tratta, comunque, della sua seconda prestazione di sempre, anche se, archiviata la parentesi mondiale, Daniela pensa già al Meeting Internazionale di Rieti, ovvero la stessa manifestazione che, èroprio il 27 agosto di un anno fa, le aveva regalato il sogno del primato italiano e da cui, il prossimo 9 settembre, si aspetta di poter staccare subito il biglietto per Pechino.

Stanotte, invece, quando in Italia saranno le 3.00 del mattino (diretta su RAI 2, RaiSport Sat) toccherà ad un’altra marchigiana iniziare la sua avventura mondiale. Si tratta della fermana Clarissa Claretti che vive così la vigila del suo esordio nella gabbia del martello: “Sinceramente non so cosa aspettarmi da me stessa, ho avuto dei problemi fino a giugno, poi ho lavorato a testa bassa fino al mondiale. Sto bene, posso fare tanto o poco, sarà una sorpresa anche per me. E’ vero, mi sento u po’ sola, sono cresciuta con la presenza di Ester (Balassini), è stata il mio mito, anzi gli mando un saluto e spero che guarisca presto. Prima di Osaka avrei voluto gareggiare ma probabilmente avrei perso del tempo prezioso. Mi sono messa a lavorare a testa bassa per cercare di recuperare. I metri non li dico per scaramanzia ma vedo che in allenamento sto facendo cose buone. Sono venuta qui per dire la mia, parto con una carica positiva. E’ vero, sono arbitro di promozione nel calcio e questa esperienza mi serva molto anche nella vita. Bisogna far rispettare le regole. Mi trovo a gestire persone chi non conosco e che molto spesso sono molto più grandi di me. L’assenza della primatista mondiale (la russa Tatyana Lysenko squalificata per doping, ndr) ha praticamente liberato la medaglia d’oro. Ma è importante dare dei segnali forti, faccio un’atletica pulita e pretendo che le altre facciano lo stesso. Rimango sbalordita quando alcune atlete riescono a fare una stagione senza mai cali di forma. In fondo siamo essere umani. Prendiamo ad esempio la Di Martino: una persona non può stare in forma tutto l’anno ed è naturale che abbia dei picchi alternati a dei momenti di calo della forma”.

 



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